Il nome moka deriva dalla città di Mokha nello Yemen, una delle prime e più rinomate zone di produzione del caffè, in particolare della pregiata qualità arabica. Prima della moka esistevano altri modi per preparare il caffé in casa, alcuni dei quali vengono usati ancor oggi.
La moka fu inventata da Alfonso Bialetti nel 1933. All’epoca la Alfonso Bialetti & C. Fonderia in Conchiglia (oggi Bialetti industrie) si occupava principalmente della produzione di semilavorati in alluminio. Aveva sede a Crusinallo, una piccola frazione del comune di Omegna: oggi fa parte della provincia Verbano Cusio Ossola. Bialetti aveva aperto l’officina nel 1919, dopo aver passato diversi anni a lavorare in Francia in alcune fabbriche di alluminio.
Secondo la versione più popolare e credibile della storia, Bialetti ebbe l’idea alla base della moka intorno agli anni Venti, osservando alcune lavandaie che facevano il bucato in una vasca con al centro un tubo dal quale fuoriuscivano acqua calda e sapone che si distribuivano sui panni. Questa procedura di bollitura e distribuzione dell’acqua fu alla base del progetto. La moka è composta da quattro elementi in alluminio, ai quali si aggiunge una guarnizione sostituibile e un manico in bachelite. Il brevetto originale prevedeva che la sua forma fosse unicamente ottagonale. Per quanto oggi ne circolino diverse varianti, la forma della moka Bialetti e i materiali con i quali viene prodotta non sono mai cambiati: di fatto la caffettiera è sempre la stessa, da ottant’anni.
Tra la fine degli anni Trenta e l’inizio degli anni Quaranta l’intera produzione delle caffettiere Bialetti era limitata a circa mille pezzi all’anno. Lo stesso Alfonso Bialetti vendeva le caffettiere al dettaglio, girando per le fiere e rivolgendosi prevalentemente al mercato locale. Fu il figlio Renato, sopravvissuto ai campi di concentramento tedeschi, a ripensare l’intero business del marchio Moka Express. Dopo la guerra, a partire dagli anni Cinquanta, Renato Bialetti decise di investire in modo massiccio sulla pubblicità sia a livello nazionale che internazionale. Cominciò in questi anni l’esportazione della moka anche all’estero.
La moka divenne un oggetto di largo consumo solo dopo la fine della Seconda guerra mondiale, durante il cosiddetto boom economico e l’aumento del reddito medio e dei consumi. Ebbe un ruolo importante una campagna basata su annunci sui giornali, spot radiofonici e anche televisivi (tra i primi in Italia). In occasione della più importante fiera italiana, quella di Milano, Bialetti tappezzò la città di enormi cartelloni pubblicitari con le foto della sua caffettiera. Nel 1956 Renato Bialetti fece installare negli spazi della fiera una versione gigante della moka. Il marchio Moka Express divenne famosissimo grazie all’invenzione dell’”omino con i baffi”, disegnato dall’animatore e fumettista Paul Campani. Il personaggio divenne il simbolo degli spot Bialetti che venivano trasmessi durante il programma televisivo Carosello.